Procacciatore di affari

Il procacciatore di affari rappresenta una figura atipica di intermediario nell’ambito della distribuzione commerciale.

Si tratta di una figura che si è ben presto imposta come tipo sociale e che presenta evidenti affinità con l’agente di commercio pur mantenendo una sua autonomia.

Per procacciatore d’ affari si intende colui che compie, rispetto all’agente, la più limitata attività di raccogliere le ordinazioni dei clienti, trasmettendole all’impresa, da cui ha ricevuto l’incarico, senza essere ad essa legato da alcun vincolo di stabilità ed in via del tutto occasionale.

Il contratto di procacciamento d’affari prevede dunque l’obbligazione di una parte, il procacciatore, a porre in essere tutte le attività che riterrà utili al fine di far concludere un affare all’altra parte, che, in tal caso, è obbligata a sua volta a versare un compenso che potrà essere calcolato in via forfetaria o in percentuale, similmente alle provvigioni proprie del contratto di agenzia o mediazione.

Scopo del contratto è la prestazione di un’attività d’intermediazione finalizzata a favorire fra terzi la conclusione d’affari.

Tale attività si concreta nel porre in contatto i soggetti interessati e nell’adoprarsi perché l'”affare”, per effetto di quest’intervento, abbia esito positivo, in altre parole, che il contratto promosso, effettivamente, poi si stipuli.

Diversamente dall’agenzia, il rapporto di procacciamento di affari non prevede una zona determinata.

Il procacciatore normalmente viene retribuito a provvigioni.

All’atto dello scioglimento del rapporto non gli è dovuta alcuna indennità di cessazione, come invece accade per l’agente di commercio (semprechè ovviamente ne ricorrano le condizioni).