Provvigione

  1. La conclusione di un contratto preliminare fa sorgere il diritto del mediatore alla provvigione?

Si.
Poiché in giurisprudenza si legge che il termine “affare”, impiegato dall’art. 1754 c.c. per definire l’opera del mediatore, non è limitato ai trasferimenti di beni, ma include ogni operazione di contenuto economico che si risolva in utilità di carattere patrimoniale, esso è pertanto riferibile non soltanto ai contratti propriamente detti, ma ad ogni operazione  generatrice di obbligazioni, cosicché anche “la stipula del preliminare di vendita, ancorché non avente effetto traslativo della proprietà, ove concluso con l’intervento del mediatore, configura la conclusione dell’affare al fine del riconoscimento del diritto del mediatore stesso alla provvigione” (Cass., 13.02.2002, n. 2071, Giust.Civ., 2003, I, 520), senza che, in senso contrario, spieghi influenza “la circostanza che, al preliminare, non sia poi seguita la stipula del contratto definitivo” (Cass., 8.08.2002, n. 12022, Mass. Giust. Civ. 2002, 1516).

  1. Il sorgere del diritto del mediatore alla provvigione è subordinato alla conclusione dell’affare?

Si.
Infatti, come stabilito dall’art. 1755 c.c., il pagamento della provvigione è subordinato alla conclusione dell’affare tra le parti che il mediatore stesso ha messo in relazione, sempre che l’affare sia stato concluso per effetto del suo intervento, vale a dire se tra l’attività del mediatore e la stipulazione dell’affare vi sia un nesso di causalità: peraltro, la giurisprudenza ritiene che questo nesso vada inteso con larghezza, non occorrendo che l’intervento del mediatore abbia coperto tutte le fasi della trattativa, purchè “la prestazione stessa possa legittimamente ritenersi conseguenza prossima o remota della sua opera, tale cioè che senza di essa, il negozio stesso non sarebbe stato concluso, secondo i principi della causalità adeguata” (Cass., 8.03. 2002, n. 3438, Giust.Civ., 2003, I, 410).

  1. Il sorgere del diritto alla provvigione del mediatore è subordinato al “buon fine dell’affare”?

No.
Infatti, il diritto alla provvigione non è subordinato alla regolare esecuzione del rapporto da parte dei contraenti. Tuttavia, poiché non sono esclusi possibili ed eventuali patti contrari, secondo la giurisprudenza  “deve ritenersi consentita alle parti, nella libera esplicazione della loro autonomia negoziale, la facoltà di derogare alla disciplina codicistica – che impone la corresponsione della provvigione al mediatore per il solo fatto che il contratto sia stato concluso per il suo intervento – e stabilire che il pagamento della provvigione stessa sia subordinato, invece, al buon fine dell’affare” (Cass.,16.07.2002, n. 10286, Mass. Giust. Civ., 2002, 1232).