Affari

Il codice civile non dice cosa debba intendersi per affari nè tantomeno di cosa debba intendersi per attività di promozione.

Così, nel silenzio del legislatore, si ritiene comunemente che la promozione di affari coincida con ogni attività che l’agente svolge per favorire l’ordinazione di beni o di servizi da parte del cliente.

Nè, ai fini dell’indicata configurazione, determinante si rivelano le modalità attraverso le quali deve svolgersi l’indicata attività, ben potendo questa assumere le connotazioni più diverse.

Certo è che l’intervento dell’agente proprio perchè incentrato sul carattere promozionale della sua attività deve favorire quell’ incontro tra preponente e cliente.

Il promuovere affari identifica quindi il compimento di una pluralità di attività a contenuto non predeterminato tutte tese a consentire al preponente il conseguimento di quei risultati economici sottesi allo stesso contratto di agenzia e che, in buona sostanza, si concretizzano nell’inserimento capillare (nel mercato) dei beni e prodotti cui si indirizza la sua stessa attività imprenditoriale.

Non a caso il contratto di agenzia viene tradizionalmente ricompreso nell’ambito della “macrocategoria”, di derivazione dottrinale, dei contratti di distribuzione, ossia quei contratti che, in ossequio al loro stesso nome, sono volti a consentire una commercializzazione dei beni.

Quasi volendo trasporre in figure concrete le prestazioni tipiche dell’agente si potrebbe per ciò affermare che la sua attività è volta a stimolare la richiesta di beni da parte dei clienti – compratori attraverso una loro ricerca sul territorio di operatività contrattuale, favorendo quell’incontro tra offerta e domanda (come anche tra domanda ed offerta) che altrimenti non avverrebbe o avverrebbe in misura nettamente inferiore.

Testi consigliati  per approfondire: