Mediazione: funzione

Anche se, in tempi recenti, la mediazione ha perso buona parte della sua tradizionale rilevanza nell’ambito del fenomeno distributivo, coincidente, del resto, con un progressivo abbandono, da parte della moderna industria, delle tradizionali forme di distribuzione a favore di strumenti maggiormente efficaci ed incisivi, che permettono un migliore e più capillare posizionamento dei prodotti presso il consumatore finale, indubbio è che la mediazione, come poi del resto anche l’agenzia, riveste ancora un ruolo di decisiva attualità nell’ambito della moderna distribuzione commerciale.

Ruolo che, se indubbiamente non risalta in termini di effettivo ricorso, nella pratica commerciale, a tale figura di intermediazione, certamente emerge sul piano dell’utilizzazione di figure contrattuali atipiche che ne costituiscono una sua evoluzione (quali ad es. il broker di assicurazioni).

La mediazione rappresenta un istituto di antica origine, che, in armonia con la sua natura, trova il proprio fondamento nell’esigenza di accelerazione del fenomeno della domanda e dell’offerta.
Sua funzione principale
è quella di agevolare, attraverso l’intervento di un soggetto che prende il nome di mediatore, la <> di coloro che sono interessati alla conclusione di un determinato affare, favorendosi così quel contatto tra chi domanda e chi offre beni; contatto che, in condizioni diverse, non avverrebbe o, comunque, potrebbe incontrare difficoltà a compiersi spontaneamente.

E’ questo quanto si evince dall’ art.1754 c.c., il quale è chiaro nell’individuare i caratteri tipici dell’attività svolta dal mediatore, affermando che è tale chi <<mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza>>.